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Musica nelle STEAM-Musica nella scienza o Scienza in musica

Musica e STEAM non è magia… è realtà

“Se non fossi stato un fisico, probabilmente sarei stato un musicista”


Così diceva il padre della relatività A. Einstein, sottolineando l’indissolubilità tra le materie scientifiche e
la musica. Storicamente, la distanza percepita tra scienza e musica è da considerarsi un prodotto
relativamente recente, conseguenza della separazione artificiosa tra l’ambito umanistico-artistico e
quello scientifico-quantitativo. In realtà, come affermava Pitagora già due millenni fa, musica e
matematica sono intimamente connesse. Altri scienziati hanno approfondito questo legame, basti
pensare al filosofo e matematico Leibniz che nella lettera al matematico tedesco Ch. Goldbach del 17
aprile 1712, scrisse: «Musica est exercitium arithmeticae occultum nescientis se numerare animi» (La musica
è un esercizio occulto dell’aritmetica, nel quale la mente non si rende conto di calcolare) . 1
La musica però presenta profonde connessioni con tutte le discipline STEAM (Scienza, Tecnologia,
Ingegneria, Arti e Matematica) e ciò rende particolarmente proficuo il suo impiego nella didattica in
quanto permette di amplificare l’attenzione, essere coinvolgenti, promuovere lo sviluppo del problem
solving, dell’autonomia e soprattutto di imparare facendo.
Osservando meglio, sarebbe persino possibile affermare che la musica è strettamente connessa con la
vita a tutti i livelli. La musica, infatti, non è solo piacevole da ascoltare (come attesta il detto è “musica
per le mie orecchie”), ma anche benefica per la salute e il benessere: secondo recenti studi, l’ascolto di
certi tipi di musica può migliorare l’umore, ridurre lo stress, alleviare il dolore (ad esempio per i pazienti
sottoposti a interventi chirurgici), stabilizzare la frequenza respiratoria, aiutare a consumare meno cibo,
aiutare a trattare l’insonnia, aumentare la resistenza agli esercizi e migliorare la motivazione e le
prestazioni nella corsa. La musica dunque non può essere considerata solo una forma d’arte destinata
all’intrattenimento.
Il suo essere così intimamente connessa con la vita, la rende perfetta per l’utilizzo a scopi educativi,
come ampiamente dimostrato nell’ambito della glottodidattica. Già negli anni ‘70 infatti, si sosteneva
che la musica potesse incrementare l’interesse degli studenti nell’apprendimento della lingua, e le
interconnessioni tra l’intelligenza linguistica e quella musicale evidenziate da Gardner (2013) hanno 2
definitivamente spianato la strada all’uso della musica nei corsi di lingua.

Per approfondimenti leggere l’articolo al link https://www.rivistabricks.it/wp-content/uploads/2022/03/02_2022_14_Cossu.pdf


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